L’inaspettata forza dei bambini: Francesca Conti
9 Novembre 2020La mia rinnovata motivazione: Virginia Libri
9 Novembre 2020L’ansia, la paura, la preoccupazione, sono emozioni forti con le quali abbiamo a che fare durante tutto l’arco della vita. Nel momento in cui si riceve una diagnosi di tumore, queste sensazioni diventano più intense e costanti, estendendosi non solo al paziente, ma a tutta la famiglia. È molto importante che in questo momento ci si possa sentire liberi di chiedere aiuto per elaborare ed affrontare queste situazioni. Per questo motivo ci siamo noi psicologhe, per garantire il sostegno necessario ad affrontare il percorso di cura.
Lavoro nel reparto di Oncoematologia Pediatrica del Policlinico di Sant’Orsola dal 2009, quando il professore che mi seguiva nella mia tesi di laurea in psicologia cognitiva applicata mi ha dato la possibilità di affrontare il tema della gioco-terapia. Ora, come contrattista Ageop, sono psicologa-psicoterapeuta. Il mio è un ruolo-ponte tra l’equipe medica e la famiglia: conoscendo il loro vissuto e le loro difficoltà mi pongo come base sicura e supporto per affrontare la malattia e le terapie che ne conseguono. Il mio compito, garantito dal progetto di Riabilitazione psicosociale di Ageop, non termina nel momento in cui le terapie finiscono, ma si prolunga sia nel difficile caso di una diagnosi infausta, che nel felice momento del reinserimento sociale.
Ammalarsi di cancro è un evento sicuramente traumatico per chiunque, ma bisogna saper ascoltare le reazioni dei singoli pazienti, che sono molto diverse anche a seconda dell’età. Un bambino, ad esempio, sentirà molto forte il bisogno di stare con i genitori, soprattutto in un momento in cui è circondato da medici e infermieri con i quali dovrà avere a che fare per un lungo periodo. Per un adolescente, la maggiore consapevolezza e maturità, porta a maggiori preoccupazioni. Tendono a chiudersi in sè stessi e a cercare informazioni da soli, senza la mediazione di un professionista, che possono essere interpretare erroneamente, creando ansie e paure difficili da elaborare.
Riuscire a condurre il paziente e la famiglia nell’elaborazione delle emozioni è un compito molto difficile, che deve prendere in considerazione tutte le sfere di ogni singola persona. Ma quando riesco a percepire in loro la forza e la voglia di lottare, anche in giornate difficili, trovo dentro di me la forza e la motivazione che mi porta a svolgere il mio lavoro con passione. Un sorriso in questo reparto vale moltissimo.
La Dott.ssa Sara Rossi conduce il progetto “Psicodiagnosi e pianificazione di interventi psicoterapeutici a matrice cognitivo-costruttivista rivolti ai pazienti pediatrici affetti da patologia oncologica nella fascia di età 0 – 11 anni e ai loro famigliari” inserito nell’Accordo Quadro 2019-2023 che Ageop Ricerca ha siglato con l’Azienda Ospedaliero Universitaria e con cui si è impegnata a sostenere 17 progetti di ricerca scientifica condotti all’interno del reparto di Oncoematologia Pediatrica del Policlinico di Sant’Orsola.