25/03/2021 – Redattore Sociale – Cure ai bambini malati di cancro, Ageop: “Serve una sanità umana e personalizzata”
25 Marzo 2021Report di Impatto Sociale Ageop Ricerca 2014-2019 realizzato da Kilowatt
25 Marzo 2021Valutazione di Impatto Sociale 2014 -2019
Bologna, 25 marzo 2021 – “L’etica delle virtù è tipica degli enti del Terzo settore, di cui Ageop è un’espressione importante. Secondo l’etica delle virtù ciò che conta è il bene che si produce, non il rispetto delle regole che certamente si devono rispettare e che sono fondamentali, ma non se sono fini a se stesse. Le procedure quindi, necessarie, non possono prescindere dal fatto che devono essere finalizzate al bene.” E’ parte di quanto il professor Stefano Zamagni ha commentato oggi in occasione della presentazione del Report di Valutazione di Impatto sociale redatto da Kilowatt per Ageop Ricerca Odv Onlus.
Ed è proprio il bene prodotto l’oggetto attorno al quale si è sviluppato il Report che ha analizzato il periodo di attività dell’Associazione dal 2104-2019.
Tra i tanti dati del Report, quello che aiuta a meglio comprendere il bene prodotto da Ageop è certamente il dato che si riferisce alla sua capacità di accoglienza: nelle 3 case che l’Associazione mette a disposizione gratuitamente sono state accolte 482 famiglie, di cui 141 straniere, con minori affetti da cancro in cura presso il Policlinico di Sant’Orsola. Si è così garantito, anche ai nuclei famigliari con possibilità economiche ridotte e non residenti nel territorio bolognese, un’accoglienza che supera il concetto della sola ospitalità, strutturandosi piuttosto come un vero sostegno alla famiglia dei piccoli ammalati. Sono state 1430 le spese consegnate a domicilio e 4.442 euro è quanto ogni famiglia ha risparmiato in media per le spese di alloggio, alimenti e trasporto.
A sottolineare il ruolo svolto dall’Associazione per il superamento dei rigidi schemi di approccio alla cura e alla definizione di percorsi personalizzati di medicina, è stata Chiara Gibertoni, direttrice generale della IRCCS Azienda Ospedaliero-Universitaria di Bologna Policlinico di Sant’Orsola: “La storia di Ageop indica come non omologare gli approcci di cura sia una necessità reale e concreta. Certamente il necessario livello di personalizzazione nelle strutture pubbliche non può essere raggiunto se non esiste una relazione profonda con le realtà di volontariato, come Ageop, che recupera e porta a sistema le risorse che derivano dal capitale sociale contribuendo così, in modo sostanziale, al raggiungimento di obiettivi che diversamente il sistema pubblico non potrebbe raggiungere appieno. Ageop è un incubatore di idee che ci aiuta a intravedere possibili modelli di assistenza da destinare ad una platea più ampia.”
La Valutazione di Impatto sociale, così come Cecilia Colombo di Kilowatt ha spiegato, “genera all’interno della struttura una consapevolezza condivisa che poi aiuta a comprendere il valore che si è generato, un valore che prima non c’era, e permette di orientare meglio le intenzione e le azioni”. Giorgia Bonaga, Università di Bologna, ha invece affrontato la metodologia: “Abbiamo scelto lo strumento della Teoria del cambiamento che consente di individuare e comprendere il processo causale sottostante il cambiamento che si intende generare”.
Per l’Associazione infatti questo Report non rappresenta solo l’occasione per fotografare ciò che fino ad oggi è stato realizzato, quanto piuttosto definire in via strategica il percorso da intraprendere per gli anni a venire, tenuto fermo che la volontà è, e rimane, quella di contribuire alla costruzione di un futuro migliore per le bambine, i bambini e gli adolescenti ammalati di cancro. Il tema del rapporto con il sistema pubblico è stato poi affrontato anche da Francesca Testoni, direttrice di Ageop: “la scelta di rimanere all’interno della struttura pubblica, il Policlinico di Sant’Orsola, è stata per noi fondamentale. Solo attraverso la relazione con il sistema pubblico potremo incidere, in modo permanente ed efficace, in favore dei minori in ospedale. Il nostro obiettivo è la tutela dei loro diritti e se in una cosa abbiamo mancato è stata la scarsa consapevolezza del nostro ruolo di advocacy che invece il Report ci ha dimostrato essere una parte importante del nostro impegno. Abbiamo in realtà svolto un ruolo quasi da sportello sociale, sostenendo le famiglie e aiutandole anche nel confronto con una burocrazia spesso respingente in uno dei momenti più tragici della loro vita, la malattia grave di un figlio”.
Un rapporto, quello con il sistema pubblico, molto significativo anche nell’ambito della ricerca, così come Chiara Gibertoni ha voluto sottolineare: “Ageop, sostenendo la ricerca, è stata ancora una volta anticipatoria e ha contribuito al riconoscimento dell’IRCCS. Siamo oggi un Istituto di ricovero e cura a carattere scientifico certamente grazie al legame con l’Università di Bologna, ma anche per il contributo che Ageop ha sempre dato in favore della ricerca, senza la quale non ci può essere assistenza di qualità”. Il capitolo ricerca del Report evidenzia infatti che dal 2014 sono stati erogati 36.361 euro per mantenimento e sviluppo del laboratorio diagnostico e della sala di radioterapia; 62.016 euro per la formazione professionale e scientifica di medici, biologi e psicologi; 950.000 euro per sostenere biologi e ricercatori; 814.000 euro per sostenere il personale socio-sanitario del Reparto e del Day Hospital e ogni anno sono stati finanziati contratti a 4 medici, 3 psicologhe, 6 biologi e ricercatori.
L’incontro, moderato da Stefano Arduini, direttore di Vita, si è concluso con un saluto della Presidente, Carla Tiengo che ha voluto ricordare come sia necessario che tra pubblico e privato si approfondisca il rapporto di co-progettazione e collaborazione che superi la dimensione individuale per dare risposte più efficaci ai bisogni delle persone”
L’Ufficio stampa
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